IL REALISMO FANTASTICO DI JOHN CARPENTER
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a cura di Luigi De Angelis

Capitolo 2: La Cosa - Christine - Starman

Con La Cosa del 1982 Carpenter firma quello che da molti è considerato il manifesto ufficiale del genere "splatter". Remake del mediocre b-movie di Howard Hawks, lontanamente ispirato al classico racconto di Don A. Stuart (al secolo John Campbell) "Who Goes There?", il film è sicuramente una delle migliori opere dell'autore, soprattutto per la sapiente regia in grado di coniugare virtuosismi tecnici e colpi bassi senza mai scadere nel volgare o nel superficiale (cosa quanto mai difficile per un film all'insegna dell'eccesso). Per il ruolo di protagonista venne contattato Clint Eastwood (attore che incarna perfettamente l'ideale fisico di eroe carpenteriano ma che, disgraziatamente, non ha mai lavorato con il regista) e, in seguito alla sua defezione, la scelta ricadde sul già collaudato Kurt Russell. Ogni singola parte de "La Cosa" meriterebbe un'attenta analisi ma qui, per non tediare il lettore, ci preme ricordare lo splendido finale "aperto" in cui i due unici superstiti si fronteggiano studiandosi cautamente al fine di capire se fidarsi o meno l'uno dell'altro. Un gioco metafilmico di grande impatto che coinvolge lo spettatore avvolgendolo in un'atmosfera di parossistica tensione, con le ottime musiche di Ennio Morricone che incalzano in sottofondo a fare da contrappunto all'atmosfera di dubbio che si è creata.

Purtroppo il film ha una pessima accoglienza in America (al contrario dell'Europa, dove è accolto come un vero capolavoro) e Carpenter sente l'urgente bisogno di riguadagnare la fiducia nei produttori. Per questo motivo chiede ed accetta di dirigere un film per la Columbia, primo caso di lavoro sottoposto all'approvazione e guida di una grande Major. Il film si intitola Christine ed è tratto da un romanzo di Stephen King, uno degli scrittori piu corteggiati nella mecca del cinema. Malgrado l'ottima qualità dei suoi scritti, King è un'autore quasi intraducibile cinematograficamente ed il film di Carpenter non sfugge alla regola. "Christine" è un'opera gradevole, priva di slanci in qualsiasi senso, salvata solo dal senso estetico caratteristico di Carpenter ma assolutamente non paragonabile ai suoi precedenti lavori. Il grande budget pubblicitario ed il sotegno distributivo messo a disposizione dalla Columbia fanno comunque di "Christine" un grande successo commerciale e ciò permette al regista di ottenere la regia di un altro film a grosso budget prodotto dalla stessa Major.

Starman, interpretato da Jeff Bridges, esce nelle sale nel 1985 e fa registrare un lusinghiero successo al botteghino. Malgrado siano presenti in "Starman" degli squarci di intelligente cattiveria (solo apparentemente mascherata dal sentimentalismo scontato alla base del racconto), l'autore si sente troppo legato alle imposizioni imposte dalla produzione e, invece di continuare una strada di sicuro successo economico, ricomincia a lavorare come indipendente. Nel frattempo non evita di rilasciare brucianti dichiarazioni alla stampa, intrise di pessimismo nei confronti del futuro del cinema, della letteratura e dell'umanità stessa e viene, per ovvi motivi, snobbato dalla critica piu conservatrice.